29-01-2513

In viaggio, di nuovo, in sala motori a pulire e ingrassare, almeno devo pagarmi solo i pasti, ho guardato fuori mentre lasciavo Maracay, ho pianto di nuovo, nessuno però lo ha notato dato il cantuccio buio della sala macchine che avevo scelto per rintanarmi. Prima meta una stazione orbitale e poi vedrò che passaggio trovo.
Dall'alto si vedono ancora i segni dei bombardamenti, e, solo a pensarci, mi è corso un brivido lungo la schiena. Ricordo ogni singola bomba esplosa a Las Rosas. Non potevo certo andare a combattere, di guerrieri zoppi se ne ricordano pochi nella storia, ma le guerre si fanno anche grazie a chi non fa l’eroe, io avevo il compito di metter al sicuro quanta più gente potevo, di riparare quel che occorreva agli Indipendentisti, non da sola ovviamente, ero una dei tanti che ha fatto quel che poteva.
Pochi sono sopravvissuti ai bombardamenti, i miei amici superstiti li posso contare sulle dita di una mano, ma ancor meno sono coloro che hanno raggiunto il cuore dei combattimenti, per loro non c’è bisogno di mani, non è tornato nessuno. Ma non pensiamo a quello che è stato, non così, almeno, dopo anni a fuggire e nascondermi, sono stanca di questa farsa, non è possibile che non ci sia più nessuno disposto a lottare per migliorare, per non dover più contare i crateri delle bombe al posto dei tetti delle case. Per questo ho ripreso il viaggio, non più fuga ma ricerca, i solchi e le ferite che ho visto sulle terre sotto di me sono stati solo l'ennesimo segno che non si può sottostare sempre alle ingiustizie. Ci saranno giorni migliori.

Buon viaggio Sun

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