E' notte fonda, il silenzio ora è quasi totale, io sono nel retro del Cyber Dog. Ci sono due cose che mi rimbalzano in mente, contrasto di sentimenti tale, che nessuno dei due pensieri trova completezza, sporcato dall'altro. Primo: gioia. Secondo: tristezza. Motivi che non si sfiorano, universi di distanza, spazio e pianeti che non coincidono. Qui ho aperto l'officina, sì, ce l'ho fatta, ho dato gli ultimi ritocchi ieri, oggi ho tirato su la serranda. L'insegna del vecchio Cyber Dog è tornata ad illuminarsi. Certo ora ci riparo motori, ma molti sono passati a darci un'occhiata, a sfiorare il vecchio bancone che ho conservato. Mi hanno chiesto del mio vecchio, che riposi in pace, qualcuno si è pure commosso, io avrei voluto che ci fosse Liberty al mio fianco.
Proprio per loro due ho aperto questo posto, a memoria di chi non ha visto la guerra finire, ad indicare che, se si vuole, si può fare qualcosa di più che stare a guardare.
Dunque gioia, ero soddisfatta, sfinita, ma completa, guardavo l'insegna e mi dicevo:"ben fatto". Poi ci sono stati i brindisi, il cibo, le canzoni e la festa. Tutti i pensieri tristi se ne sono andati a dormire molto prima di me, mi rivedo con un sorriso stanco mentre sollevo bicchierini di rum.
Poi ci sono stati gli ultimi cori e i saluti, uno per uno, sono spariti tutti nei meandri della Baraccata ed io sono rimasta da sola a guardare l'officina. Ho chiuso la serranda e me ne sono andata nel retro, dove sto ora, sdraiata nel letto con la schiena contro la parete fredda, sotto una pesante coperta.
Sento la pioggia sul tetto del locale, silenzio e buio. I miei pensieri, addormentati sino ad ora, si sono svegliati belli arzilli, e saltellano nella mia mente, costringendola a non fermarsi.
Dopo la gioia ecco che torna la tristezza. Non sono per Liberty, che resta ferita aperta in un cuore che pure, senza volerlo, continua a pulsare, ma anche per la situazione in cui siamo. Dopo St. Andrew il Core si è sperticato in lacrime commosse per i 3 bambini morti nell'attacco. Dire che io non sia triste per loro sarebbe una bugia, ogni vita innocente è importante, ogni goccia di sangue dovrebbe essere conservata il più a lungo possibile. Se fosse possibile, ovviamente. Non lo è stato, il rammarico e la tristezza ci sono, più di quella che tutti i corer hanno provato per i migliaia di bambini sterminati durante i bombardamenti. Per loro non ci sono state parole, non ci sono stati comunicati, non ci sono stati volti indignati sugli schermi delle news, solo pianti di madri e silenzio dei padri, sempre che loro siano sopravvissuti. Non voglio lasciare intendere che sia giusto, quindi per pareggiare i conti. No, mai. Non è giusto uccidere, non è corretto sentirsi in potere di disporre delle vite altrui. Non sarebbe cosa da farsi, se solo ascoltassero le parole di chiede da anni un po' di giustizia. Se solo avessero voluto vedere il dolore per la morte dei primi 3 bambini del rim, sotto alle loro bombe, se solo un minimo di rimorso li avesse sfiorati, noi non avremmo inteso che l'unico modo per farli ascoltare, sia agire nella medesima loro maniera. Eppure io, di fare come loro, me ne rammarico, ecco perchè questa sera penso ai bambini loro che non ci sono più, perchè noi non siamo come loro.
Come si può non voler vedere? come ci si può ostinare a non comprendere?
Gioia e tristezza restano. Io andrò avanti, non ho più lacrime per piangere i morti, a chi continua a cadere per l'una o l'altra causa, sicuramente non sarà morto invano.
Sun senza pianto
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