22-11-2514

Mi sono decisa ad uscire dal mio antro caldo e buio, gli altri mi sorridono calorosi, gentilezza che sbuca al posto di parole, inutili in fondo, meglio sapere che silenziosamente ho gente intorno che mi comprende, Ma non è tempo per stare a soffrire in silenzio e lungamente. Quando sono uscita è stato perché non sarebbe stato giusto per Lib restare a non fare nulla in eterno, le lacrime non migliorano il mondo, neanche lo annaffiano, se no avremmo molti più terreni fertili, date quelle cadute in tutti questi anni. Le scalette sono state faticose come mai prima, non riesco a stare in cabina, c'è ancora il profumo di lei, per ora prendo quel che occorre e me ne sto in sala macchine a dormire, ma oggi, alla fine sono arrivata sino alla mensa, parlare con gli altri mi ha alleggerito lo spirito. Basta lacrime, ora occorre fare, perché non ci siano sono dolorosi pensieri, ma anche azioni positive. Certo non è semplice, ma ci devo almeno provare.
Siamo a St. Andrews. Due nuovi tra noi ed io che cerco di essere il più impegnata possibile, evito di parlarne, di pensarci, ma poi, quando mi ritrovo di nuovo sola, non riesco a trattenere le lacrime. Ci ho provato, ma ogni pensiero mi riporta a lei, così come tutto quello che ho intorno.
Ho seguito gli altri a dare una mano ai Saints, parenti ed amici di Polly. Terre occupate da chi di caccia ci si diletta, invece che lasciarla a chi ci sopravvive. Siamo in guerra. Per qualche tempo avevo sperato di no. Ma poi perché sperare in cosa così assurda? Siamo sottomessi, sfruttati, sopraffatti non c'è pace da desiderare se è così. Siamo in guerra. Non lo scorderò più.  

Sun gelata sia nel corpo che nel animo

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